Le V nere tornano dalla Sardegna con una sconfitta e diversi punti su cui sarà opportuno riflettere nelle prossime giornate. Nell’incontro con la Dinamo Sassari la Segafredo ha avuto la peggio, non riuscendo a “forzare” il campo di casa della squadra isolana. Sconfitta che, per come sono messe le cose in casa Virtus, e per come siano equilibrati i valori in questo campionato, ci può anche stare.
Ma quello che non può assolutamente andar bene è come questa sconfitta sia maturata. Sul parquet del palazzetto di Sassari ieri è scesa una Virtus troppo poco combattiva e troppo poco affamata di vittoria, con diversi giocatori che hanno lasciato trasparire un atteggiamento eccessivamente (e prematuramente) arrendevole.
Andando nello specifico, sulla gara di ieri, vi sono dei punti da analizzare attentamente e sui quali bisognerà sicuramente lavorare ed agire, in un futuro più o meno lontano.
Sul piano puramente tecnico, la Virtus ha subito in maniera quasi “impietosa” la fisicità dei lunghi sassaresi, concedendo veramente troppi rimbalzi offensivi agli avversari, e senza mai riuscire a limitare questo aspetto cruciale per l’economia della gara.
Le statistiche parlano di 46 rimbalzi conquistati dalla squadra allenata da Gianmarco Pozzecco, contro i soli 20 catturati dalle V nere. Ma il dato che fa veramente capire lo squilibrio di “forze sotto le plance” lo danno i numeri dei rimbalzi offensivi: la Dinamo Sassari ha letteralmente banchettato sotto al tabellone difeso dalla Virtus, riuscendo a prendere 19 rimbalzi offensivi. Diciannove solamente offensivi per i padroni di casa, contro i 20 totali di Bologna (di cui solo 3 offensivi, due presi da Tony Taylor ed uno da Dejan Kravic). Se volessimo soffermarci oltre, potremmo dire che sui circa 36 rimbalzi avvenuti mentre la Virtus era in difesa (e quindi frutto di tiri sbagliati da parte di Sassari), la squadra sarda ne ha conquistati il 52,7%, ovvero più di una volta su due, quando Sassari sbagliava un tiro, riprendeva subito il possesso del pallone per una seconda chance. Ci sarebbero tanti discorsi da fare, sul fatto che Sassari sia prima in campionato per rimbalzi tirati giù a partita, o su come il nostro “reparto lunghi” abbia avuto fin dal principio una connotazione meno da “rimbalzisti”, ma ieri l’aspetto che più è balzato agli occhi è stato il diverso approccio nella lotta a rimbalzo e sul taglia-fuori.
Come detto anche dal coach Sale Djordjevic, l’atteggiamento generale della squadra non gli è assolutamente andato giù (emblematica pare essere l’espressione dell’allenatore serbo nella foto poco sotto). In conferenza stampa, il coach virtussino ha ribadito come bisogni lavorare sull’aspetto mentale e “caratteriale” ancor prima che sull’aspetto puramente tecnico-tattico, affermando che «dobbiamo assolutamente costruire un carattere. Si può perdere, ma con l’orgoglio giusto».
Il coach della nazionale serba ha proseguito il suo discorso sull’aspetto “emotivo” dicendo chiaramente che così non può andare, in primis perché si rischia di entrare in una spirale poco ben promettente, e poi perché se si vuole “proseguire” un progetto di crescita, non solo a livello collettivo, ma anche individuale, bisogna avere un atteggiamento sicuramente diverso da quello visto in diversi momenti della stagione.
«Abbiamo mollato troppo presto, e questo non mi piace. Credo che tutti abbiamo bisogno di essere aiutati, ma i giocatori dovranno essere ricettivi. Serve quella che qui in Italia si chiama doccia di umiltà, ogni mattina devi alzarti e salire su una Fiat 500 di seconda mano, non sull’Audi su cui sei in questo momento»
Pensiero sicuramente in linea con la forte personalità di Aleksandar Djordjevic, il quale chiede ai propri giocatori, ancor prima delle prestazioni “tecniche” sul parquet, l’impegno e la determinazione in campo, su entrambi i lati del rettangolo di gioco.
«Possiamo andare avanti, senza ma e senza però. Ho chiesto ai giocatori di guardarsi negli occhi, di dirsi le cose apertamente, parlare uno con l’altro. Bisogna essere diretti, concreti. Questa società non ci permette di essere appagati, questo allenatore non permette che ci si arrenda. Dobbiamo tirare fuori gli attributi in ogni cosa che si fa»
Parole di peso, per tutti i componenti del roster della Segafredo Bologna, che assumono un ulteriore valore alla “vigilia” della partita di ritorno con Nanterre di Mercoledì sera. La Virtus lotterà per rifarsi della sconfitta maturata alle “porte” di Parigi contro una delle migliori squadre del campionato transalpino, la quale aveva battuto le V nere per 83-75.
Partita, neanche a dirlo, fondamentale per il prosieguo della Virtus verso fine stagione, la quale si gioca l’accesso alle Final Four di Champions League, ambite non solo per il prestigio (anche a coronamento di una ottima “regular season” in coppa europea) ma anche per l’aspetto economico, in quanto accedere come una delle migliori 4 squadre della competizione europea della FIBA garantisce un introito non trascurabile. E seppur la Virtus abbia dimostrato, con le dichiarazioni e con i fatti, di avere un budget decisamente ricco, l’influsso di fondi (derivanti dai premi) nelle casse societarie non è mai cosa da buttar via. Anzi.
Perciò ora testa a Mercoledì 3, in casa con Nanterre, lavorando sugli aspetti di debolezza e tenendo a mente le giustissime parole di Djordjevic.
Come sempre, Forza Virtus!
Giovanni Fornaciari