Il “Derby d’Italia” vede l’Armani Milano vincente 79-88, ma la Virtus rende fieri i propri tifosi

Quarantatré titoli italiani, quattordici coppe Italia, quattro supercoppe e numerosi titoli europei, conquistate dalle due società più vincenti e blasonate della pallacanestro italiana. La “classicissima” del basket nostrano, giunta a quota 171 sfide in totale. Benvenuti al “Derby d’Italia”, benvenuti a Virtus-Milano.

Il PalaDozza, pieno in praticamente ogni posto per questa sfida alla “prima della classe”, fa sentire tutto il calore ed il tifo dei 5000 e passa tifosi bianconeri che sostengono la squadra, spingendo ogni singolo giocatore a dare il meglio di loro stessi  contro un’avversaria che, oggettivamente, incute timore solamente leggendo i nomi presenti nel roster.

Ma questa nuova Virtus, guidata in panchina da coach Pino Sacripanti, pare non avere timore reverenziale verso nessuno e, come detto anche in conferenza stampa nei giorni pre-partita, il coach nativo della provincia comasca ha preparato il match sapendo ovviamente di essere inferiori a questa Milano (probabilmente la versione dell’Armani più talentuosa e meglio assemblata degli ultimi anni), ma sapendo che nessuna partita è decisa in partenza e che bisogna lottare su ogni pallone.

Dopo l’inno e la meravigliosa coreografia della Curva Calori, la partita può iniziare. L’inizio timido e macchinoso di mercoledì in Champions per le V nere è solo un lontano ricordo, infatti Mbaye, Aradori e Qvale trovano la via del canestro con ottime giocate ma Milano dimostra di essere una squadra solida e sicura dei propri mezzi stando a stretto contatto con i padroni di casa. Burns si mostra efficace in entrambe le metà campo, soprattutto offensivamente, dove può far valere le sue doti da attaccante. Ma nonostante la grande qualità e versatilità di Milano, le la Virtus è ampiamente in partita.

Il match si gioca punto a punto, Taylor cerca di creare uno strappo segnando una tripla importante poco dopo la metà della prima frazione ma Milano sta sempre lì e non fa scappare le V nere. A questo punto sono gli ospiti a cercare un’accelerazione e la trovano con Nemanja Nedovic (giocatore meraviglioso da veder giocare per le qualità tecniche che possiede, ndr.) che segna 5 punti in due azioni consecutive, portando la propria squadra sul 16-22, ovvero il risultato finale del primo quarto di gioco.

Il secondo periodo vede una Virtus difensivamente molto efficace e più aggressiva rispetto ai primi minuti di partita. Un’ottima difesa di Baldi Rossi su Kuzminskas e Kevin Punter che riesce a sbloccarsi segnando il primo canestro danno verve alla Segafredo.

Il palazzo è così una bolgia e dopo un parziale di 4-0 Pianigiani ferma il cronometro chiamando time-out, intravedendo il rischio di lasciar prendere troppa fiducia ai bianconeri. L’aggancio si completa quando, rientrati in campo dopo il minuto di sospensione, Kravic va a schiacciare dopo un ottimo pick-and-roll con Taylor.

La partita vive su un equilibrio pressochè costante ed è sempre Taylor a provare a romperlo con un tiro da oltre l’arco dei 6,75 ma Milano sotto canestro è più presente e attiva delle V nere grazie all’atletismo e alla tecnica di Jeff Brooks, ed alla grande presenza di Guidaitis. Milano risponde colpo su colpo, guidata da Mike James (vero e proprio giocatore di alta-Eurolega) ma Punter comincia ad uscire allo scoperto e piazza una bomba da, letteralmente, “casa sua”.

Qvale segna canestro subendo fallo, dimostrando di essere sempre più in partita e cominciando a vincere il duello con i vari Burns e Brooks sotto le plance. Dopo un’ottima difesa del neo capitano bianconero e successivo canestro della Virtus, Pianigiani è così costretto a ricorrere al timeout. La Virtus si ritrova a questo punto avanti per cinque lunghezze ma, al rientro in campo, Nedovic trova una tripla che vale come oro per i milanesi e questo aiuta l’Armani a non “perdere terreno” nei confronti delle V nere.

Per gli ultimi minuti del primo tempo, in un PalaDozza sempre caldissimo, il match prosegue con entrambe le squadre che segnano abbastanza, merito più delle doti offensive dei vari giocatori in campo più che per delle carenze difensive delle due compagini. Ultimo possesso del quarto affidato a Pietro Aradori, che purtroppo, nonostante la bella finta su Micov, non trova i due punti.

Si va dunque all’intervallo con il risultato di 40-39.

Virtus-Milano_LBA_14-10-18 (1)

Il terzo quarto si apre nel segno di Kelvin Martin che prima schiaccia al ferro su ottimo assist di Qvale, e poi dimostra tutte le sue dote difensive, difendendo strenuamente su Kuzminskas, e nell’azione che segue segna nuovamente, stavolta in contropiede, dimostrando ancora una volta che può essere il giocatore che, con la difesa e la grinta messa in campo ogni volta, è in grado di creare dei “mini-break”, nonostante le doti offensive non siano al livello di quelle di altri suoi compagni.

Milano non deraglia, grazie all’esperienza sia degli uomini in campo, sia dello staff in panchina. Nonostante la reazione avuta allo svantaggio da poco subito, per diverse azioni la squadra meneghina non convince, ed a tenerla a contatto con i padroni di casa bianconeri ci pensano Vlado Micov e Christian Burns, che segnano 8 punti e mettono in difficoltà la difesa virtussina.

Punter realizza un canestro surreale da 3 e Martin segue con una giocata difensiva straordinaria, che permette alla Virtus di guadagnare un extra-possesso in un momento molto delicato del match. Milano segna solo con Nedovic e James, veri e propri fenomeni “a queste latitudini”, ed a soli 4 minuti dal termine della frazione il risultato è sul 58-54.

Nedovic segna la tripla del 60 pari ma ci pensa Dejan Kravic (fino a quel momento abbastanza in sordina nel corso della gara) a riportare avanti la Segafredo con una bella schiacciata. Milano sembra però voler accelerare il ritmo (conscia del fatto che, con la panchina lunga di cui dispone, può permettersi di spendere qualcosina in più dal punto di vista fisico) e trova un’altra tripla con Micov, costringendo coach Sacripanti a chiamare il time out.

James e Nedovic continuano nel parziale e portano l’Armani sul +6 con Punter che accorcia le distanze dalla lunetta.

Si entra nell’ultimo periodo sul risultato di 64-69 per gli ospiti ma Cournooh e Aradori firmano subito un parziale di 9-2 (in un clima diventato bollente all’interno del Palazzo di Piazza Azzarita), che porta Simone Pianigiani a chiamare il timeout visto il risultato “ribaltato” sul 73-72. La partita vive ora un momento di stallo con le squadre che faticano a trovare la via del canestro. Milano trova però la reazione cercata e invocata, con un cesto di Mike James da vero fuoriclasse. Sacripanti ferma nuovamente il cronometro con Milano sul +5.

James continua a segnare, mostrando un basket veramente meraviglioso per gli occhi, a prescindere dalla squadra che si tifa. Qvale trova due punti che ridanno animo ai padroni di casa ma il numero 2 milanese sembra davvero incontenibile, nonostante i vari avvicendamenti in difesa su di lui. In questo frangente della sfida la Virtus in attacco fa più fatica a segnare e per questo motivo, la panchina bianconera ferma nuovamente il cronometro, consapevole che, con dei giocatori da Eurolega come quelli dell’Armani, non puoi permetterti cali d’intensità troppo duraturi.

Guidatis schiaccia al ferro due punti rispondendo subito a quelli di Taylor segnati da poco dentro l’arco da tre punti.

Purtroppo due triple di Cournooh e Punter, ben create ma respinte dal ferro, lasciano la Virtus troppo distante dai Campioni d’Italia in carica. Micov segna il suo decimo ed undicesimo punto, dando una solida tranquillità a Milano per il finale. I bianconeri in campo però non mollano: anche se la partita ormai è “andata”, con circa un minuto ancora di gioco sul cronometro, non bisogna mollare ed onorare gli sforzi fatti fino a quel momento.

 Una tripla non a segno di Punter è l’ultimo tiro dell’incontro, con la palla che finisce tra le mani dell’assoluto MVP della sfida, Mike James, che la tiene fino al suono dell’ultima sirena che chiude la partita sul risultato di 79-88.

Partita di vero basket, di alto livello, con grandi giocate e voglia di far bene da entrambe le parti. Un “mix” di fattori che, sinceramente, era da un po’ di anni che non si vedevano a Bologna ma anche, in generale, nel nostro campionato. Due squadre diverse ma vere: Milano, costruita per vincere, non tanto in Italia (cosa da mettere quasi per scontata con un James ed un Nedovic così), ma per provare ad andare il più lontano possibile in Eurolega. Una Virtus ovviamente meno “intrisa” di talento nel suo roster ma che ha comunque dato del filo da torcere all’Olimpia ed ha dimostrato non solo di essere un gruppo ben assemblato, ma anche di essere sulla strada della crescita e della maggior coesione tra i vari compagni di squadra. In più l’impronta di coach Pino Sacripanti comincia già a mostrarsi, il che è solo un bene per essere solo alla seconda giornata di campionato.

Milano vittoriosa, che si gode il suo pupillo James, ed una Virtus Segafredo Bologna che esce tra gli applausi del suo pubblico, felice di vedere una squadra mai arrendevole nonostante la sconfitta. Rimane quindi, negli occhi di tutti i tifosi ed appassionati di basket, una gran bella partita giocata in un PalaDozza anch’esso da applausi per tifo ed atmosfera.

Per la Virtus il prossimo appuntamento è l’incontro di Basketball Champions League, martedì sera in casa contro i belgi di Ostenda, ore 20:30.

Domenica prossima invece la trasferta difficile ed impegnativa sul campo della Sidigas Avellino, altra sfida che si prospetta “di alto livello” per questo campionato.

Come sempre, “Forza Virtus”!

 

Giovanni Fornaciari

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