Inizia con due punti preziosi, conquistati sul difficile parquet dell’Alma Arena di Trieste, il campionato della Virtus Segafredo Bologna. Ed inizia in particolare sotto la luce emessa dalla stella (assoluta ed indiscutibile) di serata, Kevin Punter.
Il numero 0 dei bianconeri infatti è stato in assoluto il migliore dei suoi, ma una vera e propria sentenza inappellabile quando si è trattato di conclusioni a canestro dal campo. Per il giocatore nativo del Bronx partita da vero killer, solo un libero sbagliato (6/7 dalla lunetta) in tutta la serata, per il resto perfetto dal campo (4/4 da 2pt. , 5/5 da 3pt.), il che lo ha portato a chiudere con un bottino personale di 29 punti e 37 di valutazione in appena 22 minuti di gioco.
Ma soprattutto Punter ha messo la tripla che ha definitivamente chiuso la partita (trovate il video in fondo all’articolo), portando il punteggio sul 86-90 per le V nere a 20.30 secondi dal termine dell’incontro. Tiro da tre difficile e da distanza decisamente elevata, con la marcatura di Walker a complicare ulteriormente quello che è stato un tiro veramente difficile, ma che Punter ha segnato da vero fuoriclasse.
Ma, partendo dalla prodezza balistica della guardia americana, andrei a ritroso per analizzare più nello specifico l’andamento della partita di ieri della Segafredo.
Le premesse necessarie che vanno fatte parlando della partita sono essenzialmente due: Trieste si presentava in campo senza tre giocatori (Peric, Wright e Da Ros), assenze sicuramente pesanti, in particolare per quanto riguarda i due stranieri, e quindi sicuramente le defezioni non hanno aiutato la squadra di Eugenio Dalmasson.
A ciò si potrebbe in parte obbiettare che la Virtus arrivava con Qvale fermo da una decina di giorni per dolori alla schiena e Kravic reduce di una “scavigliatura” in allenamento, ma non sarebbe comunque mai paragonabile alle difficoltà di Trieste. Come ulteriore premessa, mi sento serenamente di dire che l’Alma Trieste sarebbe stata un’avversaria molto scomoda per tutti in questa giornate. Infatti non dimentichiamoci che davanti ai circa 6 mila tifosi presenti ieri sera all’Allianz Dome è sempre molto difficile vincere, inoltre il palazzetto era carico per celebrare al meglio il ritorno in massima serie della piazza giuliana, dopo 14 anni di assenza.
Al netto delle considerazioni “extra-parquet” va detto che il primo tempo ha visto un avvio decisamente in controllo per la Virtus, la quale ha trovato canestri ben costruiti ed una buona circolazione di palla tra gli esterni, cosa che ha portato ad uno “score” da fuori l’arco dei 6,75 che ha avuto (effettivamente) dell’eccezionale. I bianconeri di coach Pino Sacripanti infatti chiudono la prima metà di gara con un 10/14 dalla lunga distanza, che unite ad una difesa abbastanza solida riescono a portare la Virtus avanti sia alla fine del primo quarto (19-27), ma soprattutto a consolidarsi dopo i primi 20 minuti di gioco sul 39-51. Fino a quel momento molto bene Punter e Taylor, ed anche M’Baye, che aveva chiuso il primo tempo in doppia cifra a 10 punti.
Pietro Aradori molto molto bene in attacco (in certe azioni mostra come certi movimenti offensivi siano assolutamente naturali per lui), quanto molto debole in difesa e troppo spesso battuto e/o in ritardo sul proprio marcatore.
Al rientro dall’intervallo lungo era “fisiologico” e assolutamente prevedibile una reazione di Trieste allo svantaggio, soprattutto se appoggiati dal pubblico bianco-rosso sulle gradinate, ed un calo prestazionale della Virtus (anche perchè mantenere una media di 51 punti segnati in un tempo non è mai facile).
Quello che sinceramente mi aspettavo meno, per così dire, è una Virtus letteralmente con il freno a mano tirato nel 3° quarto, che cercava di ripetere il gioco espresso in precedenza, ma senza riuscirci con la stessa fluidità ed efficenza, e quindi finendo per “demoralizzarsi” a spese di un rinvigorimento e ripresa di fiducia dei padroni di casa.
I lunghi in particolare latitano un po’ in questo quarto, concedendo troppo a rimbalzo (non ci si può oggettivamente permettere di perdere il confronto a rimbalzo con Alessandro Cittadini, il quale alla “veneranda età” di 39 anni, al ritorno dopo anni in serie A, è riuscito comunque a fare qualcosa in campo).
M’Baye e Kravic oltretutto perdono un po’ di quell’estro offensivo che avevano mostrato in precedenza. Sia ben chiaro, non è affatto una disfatta ne un campanello di allarme preoccupante, bensì una constatazione che forse, al momento, il reparto lunghi della Virtus è un tantino indietro di forma e, probabilmente, ancora deve trovare un incastro ottimale con gli esterni bianconeri che, invece, paiono già ben “amalgamati” tra loro.
Nel quarto quarto si rimane punto a punto, dopo che Triste è riuscita a colmare lo svantaggio che aveva accumulato sulla Segafredo Bologna, e qua ci pensano Taylor, Aradori ed infine Punter a fare i canestri e le azioni importanti per portare i due punti a casa. Il play bianconero, Tony Taylor, fa in generale una buona gara con quasi nessuna sbavatura, accumula i suoi punti (13) con 4 assist, ma soprattutto riesce a falcidiare di falli la difesa giuliana, subendo ben 10 falli (e forse anche qualcuno di più non sanzionato), subendo però una sorta di “punzecchiamento” costante da parte di Daniele Cavaliero, vero esperto del nostro campionato che sa anche come “far cadere in frustrazione” gli avversari. Per fortuna e abilità di Taylor, per quanto risulti un tantino troppo agitato in certi frangenti, il play nativo di Sleepy Hollow, NYC riesce comunque a guidare bene la Virtus. Aradori migliora difensivamente nel secondo tempo, riduce un pochettino il suo apporto alla causa offensiva ma, quando c’è bisogno di mettere qualche canestro importante, il nostro nazionale si fa trovare pronto. Fondamentali anche i liberi finali che, con estrema freddezza, segna e garantisce l’assoluta tranquillità per la vittoria finale.
Infine, o come direbbero gli anglosassoni “last but not least”, il dominatore della serata, Kevin Punter, che nel quarto finale gestisce bene la palla, ne recupera una in un momento molto importante, ma soprattutto sigla due canestri importantissimi, tr cui quello già citato in precedenza, che spinge la Virtus verso la vittoria all’esordio in campionato.
Che dire, vero MVP. O sarebbe meglio dire MVPunter.
Per concluder va dato onore a Trieste, squadra ben costruita, seguendo l’idea di tenere parte del gruppo promosso dalla A2 (scelta che può funzionare, se non ci si pongono gli stessi obbiettivi che, ad esempio, si era posta la Virtus la scorsa stagione).
Non sarà facile per nessuno portare a casa una vittoria sul parquet dell’Alma Arena.
Detto ciò, la Virtus si goda i due punti ed il suo “super Punter”, ma colga anche quali sono le criticità ed i punti da migliorare, perché Mercoledì 10 sera si è già nuovamente in campo, questa volta al PalaDozza, per l’esordio in Basketball Champions League contro i lituani del Neptuna Klaipeda ed il ritorno della Virtus in Europa.
Noi siamo pronti. Come sempre “Forza Virtus!”
Giovanni Fornaciari