La Virtus si aggiudica il “derby amichevole”. Il punto di Tiro Da Tre.

Ufficialmente è il trofeo Memorial Gigi e Paola Porelli: in teoria sarebbe un’amichevole ma in pratica un derby è un partita che esce da ogni schema, da ogni logica.
La Virtus sulla carta é superiore alla Fortitudo ma i match iniziano tutti 0 a 0, la palla é rotonda e la fiducia dentro ogni giocatore può spostare gli equilibri.
Quaranta minuti possono essere tanti o pochi, a seconda dai punti di vista, ma una cosa è certa: saranno azioni e momenti di fuoco e passione.
Questa è Virtus-Fortitudo, questa è basket city e questa è la partita inaugurale della stagione 2018/19 al Paladozza.
Gli spalti sono quasi tutti esauriti a eccezione delle due curve causa assenza della Fossa e del Vecchio Stile. Quando l’arbitro alzerà la palla due allora si inizierà seriamente.
La partita ha inizio e la tensione è tanta: si vede che si è a inizio stagione.
Dopo tre minuti di partita il punteggio è 2 a 2 con Punter che muove la retina dopo svariati tentativi e risponde così al canestro iniziale di Mancinelli.
A metà del primo quarto Fantinelli infuoca il pubblico bianco blu finalizzando a canestro uno spettacolare alley-up, servitogli da Mancinelli, e che fa saltare i tifosi sui seggiolini.
Le Venere litigano con il canestro, non trovando il fondo della retina con la facilità che ci si sarebbe attesa, ma a salire in cattedra sono Taylor e Punter che firmano un parziale di 7 a 0 e costringono Martino a chiamare un timeout.
Taylor continua a segnare e realizza una tripla dopo un’ottima azione costruita da Cournooh e Kravic. La Effe prova a scuotersi e sul finale di periodo trova 3 su 6 dalla lunetta ma il Punter trova una bomba proprio sul finire della prima frazione di gioco.
Si entra cosi nel secondo quarto con il risultato di 19-9 per i bianconeri.
I primi minuti sono un po’ spenti con Rosselli autore di 3 punti da una parte mentre per i bianconeri è Baldi Rossi a segnare 6 punti e a portare i bianconeri avanti di 13 lunghezze, costringendo il coach Antimo Martino a richiamare all’ordine i suoi.
Dopo il timeout chiamato dalla Effe, Rosselli trova ancora due punti a cui risponde, nel giro di qualche azione, Qvale, che fa valere la sua stazza sotto canestro.
Il finale di periodo non offre troppo emozioni se non canestri di Punter, Taylor, Martin e un’ottima giocata di Cappelletti per Kravic (da segnalare il bellissimo passaggio no-look del giovane playmaker toscano) da una parte e dall’altra punti per Rosselli, Fantinelli.
Si va quindi all’intervallo con il risultato di 42-18.
La partita ha poco da dire e la vittoria pare già saldamente in mano alla Virtus. Hasbrouck prova a mettersi in ritmo ma entra anche in partita Martin e quindi nulla cambia nelle sorti della partita.
La Fortitudo prova a scuotersi e trova triple dall’arco grazie alle mani di Leunen e dello stesso Hasbrouck.
Le Vere sembrano però molto in palla e agli americani è stato spiegato bene cosa vuoglia dire il derby a Bologna, specialmente a Taylor che sta dominando in lungo e in largo.
Hasbrouck continua a far punti in casa bianco blu ma la Virtus fa girare la palla e anche bene e così facendo riesce a trovare punti da più giocatori.
Si entra quindi nell’ultimo quarto sul punteggio di 66-41.
La frazione viene giocata a ritmi più bassi cercando però lo stesso soluzioni di qualità e ben costruite. In casa bianco blu la manovra è lenta e prevedibile mentre in casa Virtus si mette in mostra il giovane Alessandro Cappelletti.
Uniche note stonate della serata sono gli “infortuni di gioco” rimediati da ambo le parti: per Tony Taylor una “scavigliata” a seguito dell’atterraggio non perfetto su tentativo di sottomano in contropiede. Per Daniele Cinciarini una botta alla mano destra rimediata nel corso della partita su un contatto con un avversario. Ed infine Alessandro Pajola, che su uno scontro aereo (fortuito, per carità) con Benevelli, ricade sul parquet e si rimedia un taglio che richiederà qualche punto di sutura.
Niente di grave si spera, anche perché se c’era una cosa che tutti si auguravano alla vigilia del “derby amichevole”, era proprio quella di evitare infortuni, in una partita che conta (vale ricordarlo) niente nel computo generale della stagione.
L’ultimo quarto continua su ritmi più lenti e “rilassati”, anche l’atmosfera dentro al Paladozza si è decisamente raffreddata. Qualche minuto in campo anche per il giovane lungo virtussino Matteo Berti.
La differenza fra le due squadre è veramente tanta e ad avere la meglio è la Virtus che esce vincente con il risultato di 81-60.
Le considerazioni finali da fare, per entrambe le due fazioni, non sono molte ma possono dirci qualcosa dell’attuale stato di forma delle due squadre a meno di un mese dall’inizio dei campionati.
Per quanto riguarda la Virtus, basarsi su questa partita per dare dei giudizi tecnici sarebbe alquanto improprio, poiché è indubbio che il livello dell’avversario non rispecchiava certamente quello delle squadre che le V nere andranno ad incontrare in questa stagione. Ma comunque alcuni spunti ci possono venire in aiuto: si è visto come, in momenti in cui l’attacco non gira e non si trovano soluzioni, la coppia Taylor-Punter può quasi sempre tirare fuori qualcosa dal cilindro, che sia una penetrazione, uno scarico per un compagno o una tripla quasi inventata.
I lunghi bianconeri sicuramente dimostrano, rispetto allo scorso anno, di essere stati scelti per essere il più complementari possibile tra di loro, ed essere “duttili” nelle mani di coach Pino Sacripanti, che potrà avere differenti versioni del front-court da schierare in campo nel corso delle partite.
Ultima osservazione: siamo sicuramente indietro di condizione fisica, ed alcuni ci metteranno sicuramente di più ad arrivarci (vedasi Qvale, M’baye). Ma bisogna allo stesso tempo ricordarsi che quest’anno c’è anche l’impegno di coppa, e bisogna cercare di non spremersi troppo prima del tempo, perchè senno si rischia di arrivare verso la fine col “serbatoio vuoto”.
In casa Fortitudo invece, tenendo sempre conto che i giudizi sul match di ieri sera vanno sempre ben soppesati al contesto, si può dire che la squadra (per la categoria) c’è tutta, naturalmente ieri ha sentito molto la differenza di atletismo e velocità che c’è tra una squadra di A2 (per quanto punti alla promozione) ed una di A1 (con 6 giocatori stranieri e che gioca una coppa europea). E questo divario di atletismo naturalmente ha condizionato la gara fin da subito, anche se l’idea che ci si è fatta della Effe 2018/2019, guidata da coach Antimo Martino, è quella di una squadra molto più impostata dal punto di vista tecnico e tattico piuttosto che atletico, vista anche l’età media del quintetto (abbastanza alta) e le caratteristiche di giocatori come Mancinelli, Rosselli, Leunen.
Ma questa mancanza di atletismo verrà comunque sopperita, durante il campionato, dall’intensità difensiva che già ieri è stata messa in campo dai biancoblù.
Molta intensità da parte di Fantinelli e Venuto, che fanno ben sperare per la cabina di regia, sotto le plance invece qualche problema, visto che manca un vero e proprio 5 (Leunen non è un giocatore da post-basso), ma questo problema può essere risolto consentendo al lungo americano di giocare più lontano dal ferro, allontanando il suo difensore dall’area, liberando conseguentemente spazio per eventuali penetrazioni di Rosselli o Mancinelli.
Che dire quindi, partita che probabilmente non entrerà negli annali di Basket City, ma che comunque ci ha permesso di riassaporare per una sera il profumo della sfida stracittadina per eccellenza.
Ora testa al campionato, che per entrambe inizierà tra meno di un mese.
Giovanni Fornaciari e Lorenzo Bencivenga
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