Speciale Coppa Italia 2018 – Una Virtus decimata fa quel che può ma perde con Brescia. Primo trofeo per Torino.

È stata un’avventura breve ma intensa quella delle V nere nel corso della Coppa Italia 2018, in scena nel week-end appena passato al Mandela Forum di Firenze. Un percorso breve perché le avversità hanno voluto così, colpendo la Virtus Segafredo Bologna sia alla vigilia della competizione, con l’infortunio di Pietro Aradori, sia durante la partita di venerdì sera contro Brescia, dove Ale Gentile ha subito una lesione di primo grado alla coscia destra, a pochi minuti dalla fine del 2° quarto.

Due assenza pesanti come macigni, che naturalmente lasciavano una Virtus decisamente corta ed azzoppata, che onestamente in quelle condizioni non poteva avere chances di passare il turno.

La partita con Brescia era sulla carta molto difficile già con le V nere al completo, ma comunque alla portata della squadra allenata da coach Ramagli. L’assenza di Aradori aveva costretto la squadra a trovare un assetto differente, con Ale Gentile come principale terminale offensivo, supportato dal resto dei compagni.

L’inizio della partita con Brescia è stato tutto sommato equilibrato, con i lombardi che usavano il loro maggior atletismo e la maggior stazza fisica per giocare dentro area, sfruttando più volte il pick&roll e pick&pop, partendo dal palleggio di Luca Vitali. La Virtus era quindi costretta a dover fare scelte difensive che comunque concedevano qualcosa agli avversari: o chiudere molto l’area, subendo però da oltre l’arco (Brescia, complice ottime percentuali e, a volte, tanta fortuna, ha segnato spesso da 3) oppure provare a difendere il portatore di palla uscendo sul blocco e rischiando di subire più dentro area.

Nonostante tutto ciò, la Virtus stava reggendo più che bene l’aggressività di Brescia, infatti era rimasta quasi tutto il tempo a contatto con la Leonessa. Finché Alessandro Gentile non si è infortunato, lasciando la Virtus senza un’altra pedina fondamentale. Ale Gentile era andato al tiro da oltre l’arco dei 6,75, per il possibile -2 a poco dalla fine del primo tempo, ma in elevazione o sull’atterraggio a seguito del tiro, si è provocato la lesione alla coscia destra, che fin da subito è sembrato abbastanza grave.

Infatti il giocatore di Maddaloni, subito dopo il tiro si è portato le mani al volto, conscio di essersi fatto un male. Calato subito il gelo tra tutti i 2000 e passa tifosi virtussini presenti a sostenere la squadra, e quando Alessandro si è diretto verso la panchina con la faccia coperta dalla maglia, a nascondere il viso sicuramente preoccupato ed amareggiato per dover lasciare il campo ed i propri compagni.

A quel punto era chiaro a tutti che le sorti della partita ormai erano praticamente nelle mani di Brescia. Ma i giocatori con la V nera sul petto, nonostante fossero costretti a dividersi le rotazioni in soli 8 giocatori, compreso Alessandro Pajola (che tra l’altro ha giocato un’ottima partita, viste le difficoltà affrontate dalla squadra). Tutti hanno dato il massimo che potevano, come grinta ed impegno, ma veramente più di così non si poteva fare. Sconfitta che lascia amareggiati, ma non perché si sia giocato male o sotto le proprie possibilità, ma perché i giocatori in campo erano quelli, e più di così non potevano fare contro una delle formazioni più in forma del campionato. Nota a margine, partita dalle percentuali clamorose al tiro dei due fratelli Vitali, ex della partita insieme a David Moss. Peccato per loro che le stesse percentuali non le abbiano avute in finale con Torino… Spiace.

Virtus quindi sconfitta, ma a testa alta, e adesso concentrata a recuperare le forze ed i due infortunati “eccellenti”, in vista di una serie di partite molto impegnative.

La Coppa Italia comunque è stato un appuntamento molto interessante, con molta competizione tra le varie partecipanti, e che ha visto diversi “upset”, come quelli subiti da Avellino con Cremona, da Milano con Cantù e da Venezia con Torino. E proprio quest’ultima squadra è infine riuscita a conquistare il trofeo, il primo in assoluto della sua storia, battendo in finale Brescia. Grande prova dell’ex capitano virtussino, Peppe Poeta, che finalmente riesce ad aggiungere un trofeo al proprio palmares.

Ora però bisogna pensare al futuro, recuperare Gentile ed Aradori, e pensare magari all’aggiunta del famoso 5° straniero mancante, per evitare di rimanere così sguarniti in futuro.

Infine, solo applausi per lo spettacolo del tifo virtussino giunto in massa per sostenere la squadra a Firenze: una partecipazione ed una vicinanza alla squadra che hanno commosso anche giocatori, staff e dirigenza.

La sconfitta ha comunque tirato fuori il meglio da tutti, giocatori, allenatori e tifosi.

Dalla prossima di nuovo tutti insieme ai ragazzi, e come sempre “Forza Virtus”!

 

Giovanni Fornaciari

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