Prova da grande squadra per la Virtus Segafredo Bologna, che all’esordio casalingo batte nettamente Capo d’Orlando col punteggio di 88-52, rifilando un passivo abbastanza pesante di 36 punti.
Partita mai in discussione, fin dai primi minuti, nei quali la Virtus impone il proprio gioco ed il ritmo agli avversari, che si limitano a deboli tentativi per rispondere al dilagare dei bianconeri, che fanno della fisicità uno dei punti forti del proprio gioco.
Protagonista di questa vittoria è Alessandro Gentile, autore di una prestazione veramente da all-around, capace di lasciare il segno (indelebile) su entrambi i lati del campo, e non risparmiandosi in nessuno dei momenti in cui si è trovato in campo.
Tanta energia, tanta grinta, e statistiche che danno l’idea di come Ale sia stato il fulcro della squadra:
17 punti, 11 rimbalzi, 5 assist, solo 2 palle perse e 6 palloni recuperati, per una valutazione finale di 28.
Come detto, molta fisicità messa in campo dalla Segafredo, conscia del fatto di essere fisicamente predominante sulla Betland Capo d’Orlando (che comunque va ricordato si trovava ad affrontare la quarta partita in poco più di 10 giorni, visti gli impegni nel turno preliminare di FIBA Champions League e l’incontro casalingo con Pistoia a metà settimana). Ed appunto Alessandro Gentile, che tra i giocatori di Bologna è sicuramente quello con il tasso atletico più elevato, non si è lasciato scappare dalle mani l’occasione per fare un po’ il buono ed il cattivo tempo.
Affianco a lui, naturalmente, tutta la squadra si è mossa benissimo, indirizzando subito la partita su binari sicuri. L’inizio infatti è stato letteralmente “governato” da due giocatori bianconeri: Alessandro Gentile e Kenny Lawson. Il primo, da solo, ha segnato i primi 10 punti per Bologna, mentre il giocatore americano, subentrato al posto di Klaudio Ndoja, ha inciso in maniera importantissima sulla partita, segnando subito due triple che hanno permesso alla Virtus di scavare fin da subito il solco con i siciliani.
Al termine della prima frazione di gioco, il punteggio è già indicativo dell’andamento del match: 27-15 in favore dei padroni cdi casa, che però non accennano a diminuire il ritmo, ed anche il secondo quarto vede la Virtus controllare agilmente il match. Da rimarcare alcune azioni veramente ben costruite, trovando il passaggio perfetto per l’uomo al centro dell’area, che fossero Marcus Slaughter (servito in un’occasione da un bellissimo assist di Kenny Lawson), Guido Rosselli o Ndoja.
Nel secondo quarto anche tanto spazio alle “seconde linee”, o meglio al quintetto della promozione dall’A2.
Complice l’assenza di Stefano Gentile per infortunio, a scendere in campo in cabina di regia per sostituire Oliver Lafayette è il giovanissimo Alessandro Pajola, al suo esordio assoluto in Serie A. Ma sulla prestazione del ragazzo nativo di Ancona, tornerei più tardi, per aprire una doverosa parentesi.
Il quintetto di A2 naturalmente è meno talentuoso ed offensivamente pericoloso rispetto ai titolari, ma nonostante ciò “l’amalgama” che c’è tra loro è pressoché perfetta: si trovano quasi ad occhi chiusi, e le rotazioni difensive vengono ormai automatiche a tutti. Questa è la vera forza di un gruppo che è stato confermato in larga parte, poiché anche se il salto di categoria (inutile nasconderselo) si sente eccome, soprattutto ad alti livelli, l’affiatamento che c’è tra questi giocatori riesce a far sopperire anche alle varie carenze tecniche che è naturale risaltino maggiormente in un ambiente più competitivo. Con questo quintetto si giunge all’intervallo con la partita saldamente nelle mani della squadra allenata da coach Ramagli, che conduce per 48-30.
Tra questi giocatori, come detto, gran partita di Lawson, che parte letteralmente a razzo, diminuendo magari in corso d’opera, ma rimanendo uno dei migliori della Segafredo Bologna. Umeh malino al tiro da fuori area, rispetto a quanto visto a Trento, ma questa sicuramente non era la partita in cui necessitavamo dei suoi punti, quindi niente panico.
La partita prosegue sui binari bianconeri, ed il pubblico (numerosissimo e caldissimo) non si lascia “assopire” dal grande vantaggio che si viene a creare nel corso del terzo quarto (si arriva addirittura al “doppiaggio” della Virtus, sul 68-34. Una vera “Caporetto d’Orlando” per gli ospiti…).
La squadra diverte e si diverte, con Aradori che mostra a più riprese il suo innato talento offensivo, regalando agli spettatori sprazzi di grande pallacanestro. Anche per Pietro una bella prestazione, non perfetta al tiro da fuori magari, ma va detto che le sue statistiche sono state “inquinate” da qualche tiro magari forzato, preso in pieno garbage time.
Gli ospiti, arrivati sicuramente stanchi a questo incontro, e sovrastati dalla maggior qualità e fisicità bolognese, nel 3° quarto mollano completamente, anche a livello mentale, e subiscono un parziale di 18-4 nell’arco dei 10 minuti di gioco. Da quel momento in poi la partita diventa naturalmente meno tirata, meno aggressiva, ma ciò non condiziona la prestazione di alcuni giocatori, che continuano a giocare con molta grinta.
Uno di questi è proprio Alessandro Pajola, che visto il punteggio, l’assenza di Stefano Gentile, la magari non esaltante prestazione di Lafayette (che in difesa è sempre eccellente, in attacco magari deve ancora trovare la perfetta quadratura, anche con i compagni), guadagna una discreta quantità di minuti in campo, in cui non sfigura per niente, anzi. Nei suoi 17 minuti sul parquet, Ale gioca benissimo, in difesa come sempre forte sull’avversario, in fase offensiva meno incisivo dal punto di vista della realizzazione, ma con alcuni rimbalzi offensivi strappati agli avversari, fulgido esempio di una grandissima attenzione in campo, e lo spirito di chi non si tira mai in dietro. Due assist per lui e soprattutto due canestri, servito da assist dei compagni, che unito ad un libero segnato, portano il suo tabellino a 5 punti a referto, all’esordio assoluto in serie A per il 18enne bianconero.
Emblematica la scena della sua sostituzione: Ramagli lo fa rientrare in panchina quando mancano pochi minuti dalla fine, e Pajola viene omaggiato di una standing-ovation dai 5000 e passa tifosi bianconeri assiepati sulle tribune del Paladozza. Solo l’anno scorso, lui era il giocatore subentrante, non quello che veniva omaggiato in questa maniera. Emozionante, e veramente una grande soddisfazione vedere come questo ragazzo si stia ritagliando un discreto ruolo in una squadra con ambizioni importanti.
Il match comunque termina sul punteggio di 88-52. Partita mai in discussione, ospiti probabilmente stanchi per gli impegni pregressi, ma la differenza in termini qualitativi si è notata subito.
Prima partita in casa vinta (con spettacolare coreografia dei Forever Boys e Vecchio Stile, per una curva bianconera bella come non si vedeva da anni), prima vittoria in campionato. Bisognava vincere, e si è stravinto. Ora però guai montarsi la testa, anzi. La prossima partita è tutt’altro che semplice, con la trasferta a Pesaro in programma Sabato 14, ore 20:45 all’Adriatic Arena. Partita insidiosa poiché Pesaro, pur apparendo inferiore sulla carta, ha appena rifilato una sconfitta alla Reggiana sul suo campo di casa, quindi non da sottovalutare la squadra biancorossa.
Ma soprattutto, manca sempre meno al “trittico infernale” di partite che ci attenderanno dopo la trasferta di Pesaro (Sassari, Venezia, Milano). Perciò testa bassa e lavorare per limare quelle imperfezioni che un gruppo nuovo presenta sempre. Ed antenne rivolte alle possibili notizie di mercato, perché si sta cercando il 4 titolare, e con l’inizio del NBA potrebbero uscire nomi interessanti.
Avanti cosi V!
Tabellini:
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA–BETALAND CAPO D’ORLANDO 88-52 (27-15, 48-30; 66-34)
VIRTUS: Gentile A. 17; Umeh 12; Pajola 5; Ndoja 6; Rosselli 6; Lafayette 3; Aradori 18; Gentile S. NE; Berti NE; Lawson 13; Slaughter 8. All. Ramagli
CAPO D’ORLANDO Alibegovic 9; Ihring 5; Atsur 12; Inglis 9; Kulboka 3; Laganà NE; Delas 0; Edwards 5; Zanatta NE; Wojciechowski 7; Stella NE; Iklovev 2. All. Di Carlo
Giovanni Fornaciari
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